Perché Bitcoin non piace alle banche



L’idea di questo articolo nasce da una riflessione avvenuta dopo la lettura di un articolo sul blog ufficiale della Banca Centrale Europea. L’articolo in questione sostiene che la fine per Bitcoin sia ormai vicina dopo il crollo del prezzo avuto nel 2022.

Naturalmente questo articolo è stato scritto in malafede in maniera tale da screditare il fenomeno Bitcoin. Sembra che i banchieri centrali non sappiano più cosa inventarsi per attaccare Bitcoin in qualsiasi modo.

Ma perché tutto questo odio verso una tecnologia? Per quale motivo Bitcoin non piace alle banche centrali?

Il motivo fondamentale per cui Bitcoin non piace alle banche centrali è perché Bitcoin è una forma di denaro che non possono controllare.

Ora cerchiamo di approfondire esattamente quali proprietà del protocollo Bitcoin non piacciono ai banchieri centrali.


Indice




Bitcoin è libertà

Gli aspetti che contraddistinguono il protocollo Bitcoin ma che non piacciono alle banche centrali sono sostanzialmente tre:



Bitcoin è limitato a 21 milioni di unità

La prima caratteristica fondamentale del protocollo Bitcoin e che non può certamente piacere ai banchieri centrali è il limite a 21 milioni di unità. Non potranno mai esistere più di 21 milioni di bitcoin. In realtà questo numero è leggermente più basso, ma viene spesso arrotondato per semplicità.

Inoltre, la creazione di nuovi bitcoin avviene dopo uno sforzo in termini di denaro, al contrario delle valute fiat, dove l’emissione di nuova moneta avviene dal nulla.

Grazie al limite dei 21 milioni e all’emissione controllata di nuova moneta, Bitcoin è un asset che tende alla deflazione. Per questo motivo ad oggi, Bitcoin è la miglior tecnologia che permette e incentiva il risparmio da parte delle persone.

Tutto questo non può piacere alle banche centrali che hanno bisogno di continuare a creare nuova moneta per tenere in vita il sistema delle valute fiat. In questo modo però, i risparmi dei cittadini vengono continuamente svalutati dalla nuova massa monetaria messa in circolazione.



Bitcoin è permissionless

Il secondo aspetto che non piace affatto alle banche centrali è che Bitcoin può essere utilizzato da chiunque e senza l’autorizzazione da parte di nessuno. Le banche centrali hanno bisogno di controllare chi e in che modo utilizza il denaro.

Con Bitcoin le persone possono tornare a possedere il proprio patrimonio senza intermediari. Bitcoin può essere gestito e inviato come si desidera sotto la responsabilità dell’utente. Le transazioni avvengono peer-to-peer, senza passare da un’autorità centrale e senza dover chiedere il permesso a qualcuno. Nessun ente centrale può controllare l’utilizzo di Bitcoin.

Questa caratteristica toglie ai monopolisti del denaro la possibilità di controllare in che modo le persone utilizzano i propri soldi.



Bitcoin è pseudonimo

L’ultima caratteristica del protocollo Bitcoin che sicuramente non piace ai banchieri centrali è il fatto che le transazioni che vengono effettuate sulla rete Bitcoin sono pseudonime. Questo significa che sul registro delle transazioni, noto come timechain, non vi saranno scritti nome e cognome di chi ha effettuato la transazione, ma piuttosto troveremo delle stringhe alfanumeriche che andranno a sostituire l’identità della persona.

Anche questa caratteristica non piace ai banchieri centrali, che dal canto loro vogliono sapere qualsiasi informazioni su chi effettua transazioni con l’intento di tassare e controllare i propri cittadini.





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