Bitcoin è libertà


L’approccio a Bitcoin varia da persona a persona. Ognuno di noi ha avuto un’esperienza unica nel contatto con questa tecnologia. Alcuni sono partiti dall’aspetto monetario, altri dal lato tecnologico e altri ancora dal tema della privacy. Da qualsiasi lato venga approcciato l’argomento Bitcoin, con il giusto approfondimento si può giungere a un’unica conclusione: la rivoluzione portata dalla tecnologia Bitcoin non è altro che un percorso verso la libertà.

Bitcoin è un cavallo di Troia per la libertà, uno strumento tecnologico che sblocca e protegge libertà e diritti individuali.

Di seguito analizziamo ciascuno di questi aspetti in modo più approfondito.

Indice


Bitcoin consente di transare con chiunque

La rete Bitcoin permette a qualsiasi persona nel mondo di effettuare transazioni con chiunque questa desideri. Non è possibile bloccare una transazione che avviene in maniera p2p (peer-to-peer) tra due controparti senza l’ausilio di un agente intermediario. Chiarito questo punto, bisogna tenere ben a mente che proprio per questo motivo Bitcoin viene e verrà usato anche da persone o entità che non ci piaccono come criminali, banchieri, politici e addirittura Stati. Difatti, come affermava Ludwig Von Mises, la moneta è il più spendibile di tutti i beni. Pertanto, se desideriamo che bitcoin diventi moneta, allora sarà per forza di cose utilizzato anche da persone che non ci piacciono.


Bitcoin incentiva il risparmio

Il protocollo Bitcoin garantisce l’assoluta scarsità dell’asset generato, cioè il bitcoin. Non potranno mai esistere più di 21 milioni di bitcoin. L’halving scandisce la produzione di nuova moneta che va a dimezzarsi ogni 210000 blocchi, circa quattro anni. Ogni halving che passa, la moneta bitcoin diventa sempre più difficile da produrre, al contrario delle valute fiat che sono molto facili da creare. Nel migliore dei casi, in un anno, la migliore valuta fiat al mondo perderà matematicamente il 2% del suo potere d’acquisto.

“Il problema principale con la valuta convenzionale è tutta la fiducia necessaria per farla funzionare. Ci si deve fidare della banca centrale per non svilire la valuta, ma la storia delle valute legali è piena di violazioni di quella fiducia.
Bisogna fare affidamento sulle banche per trattenere il nostro denaro e trasferirlo elettronicamente, ma lo prestano in ondate di bolle del credito con appena una frazione di riserva.”

Satoshi Nakamoto,
anonimo inventore di Bitcoin


Nell’articolo “Check your financial privilege“, Alex Gladstein, Chief Strategy Officer della Human Rights Foundation, sottolinea come solo il 13% della popolazione del nostro pianeta sia nata con il dollaro, l’euro, lo yen giapponese, la sterlina britannica, il dollaro australiano, il dollaro canadese o il franco svizzero. Il restante 87% è nato nell’ambito dell’autocrazia o di valute fiat molto meno affidabili.


Bitcoin è libertà finanziaria

La tecnologia Bitcoin permette a chiunque di avere un vero e proprio conto corrente senza rischi di controparte. Oggi, se viene bloccato o chiuso il conto corrente di una persona che detiene una certa quantità di bitcoin in un wallet non-custodial e che sa come utilizzarla per comprare i bene che le servono, questa persona può definirsi libera finanziariamente. Con libertà finanziaria non si intende il termine, spesso abusato, che identifica le persone che non hanno più bisogno di lavorare e sono “sistemate” finanziariamente. Con libertà finanziaria ci si riferisce alla possibilità di spendere come si desidera il proprio denaro, senza l’autorizzazione o il permesso da parte di un ente terzo.

“Con Bitcoin, nelle nostre tasche non abbiamo un account per accedere ad una banca svizzera.
Con Bitcoin abbiamo una banca svizzera.”

Andreas M. Antonopoulos,
autore di Mastering Bitcoin e Mastering the Lightning Network


Bitcoin è libertà di parola

Come viene affermato nell’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani:

“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”

Qualsiasi azione che compiamo con i nostri soldi condivide dati sui nostri gusti o su ciò che pensiamo: donare denaro per una determinata causa significa esprimire un’opinione con i propri soldi. Per questo motivo, la libertà di poter fare transazioni in Bitcoin può essere paragonata alla libertà di parola. Le transazioni in Bitcoin sono incensurabili e possono essere trasmesse alla rete in qualsiasi modo (Internet, reti mesh, onde radio o SMS). Trasmettendo una transazione Bitcoin alla rete stiamo spendendo i nostri soldi e di conseguenza stiamo esprimendo i nostri gusti o le nostre opinioni.

Con l’invenzione di Bitcoin l’umanità è riuscita a trasformare il diritto di proprietà in diritto di parola.


Bitcoin difende il diritto di proprietà

L’inconfiscabilità rende Bitcoin uno dei più grandi difensori della proprietà privata. Il motivo è molto semplice: chiunque abbia un accesso a Internet, utilizzando Bitcoin acquisce dei diritti di proprietà.

In pratica, nella rete Bitcoin, se possiedi le tue chiavi private, sei il proprietario dei tuoi bitcoin. Nessuno può prenderteli senza il tuo consenso. Per questo motivo, Bitcoin non è solo una moneta digitale, ma è proprietà digitale. Con 12 parole qualsiasi persona nel mondo può difendere il suo diritto di proprietà.

Come affermato nell’articolo 17 della Dichiarazione universale dei diritti umani:

  1. Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.
  2. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.


Bitcoin difende la libertà di associazione

Se per caso ti trovassi coinvolto in una protesta che danneggia e mette in crisi il governo del tuo paese, è possibile che il tuo conto corrente venga bloccato o addirittura chiuso. Questo è ciò che è successo in Nigeria con il movimento End SARS, e in Canada con la protesta dei camionisti canadesi.

D’altro canto non è possibile bloccare o chiudere un wallet bitcoin. La privacy e l’incensurabilità delle transazioni permettono alle persone di cooperare contro un governo autoritario e di difendere la libertà di associazione, principio descritto nell’articolo 20 della Dichiarazione universale dei diritti umani:

  1. “Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
  2. Nessuno può essere costretto a far parte di un’associazione.”




Bitcoin difende la libertà di movimento

Bitcoin è un asset transnazionale, cioè senza confini. Questo è un gran vantaggio poiché garantisce la libertà di movimento a tutte quelle persone che si trovano costrette a scappare da un determinato paese. Come definito nell’articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani:

  1. “Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
  2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.


Grazie a Bitcoin, le persone non sono obbligate a dover vendere, o nel peggiore dei casi, a perdere il loro intero patrimonio. Emblematico è quanto accaduto in Ucraina, dove un ragazzo, è riuscito a oltrepassare il confine della nazione grazie a una somma di bitcoin detenuta su una chiavetta USB.

In realtà non servirebbe neanche un dispositivo fisico per detenere dei bitcoin, dato che basta ricordarsi 12 parole per avere accesso al proprio denaro.


Bitcoin protegge il diritto alla privacy

Negli ultimi anni la privacy delle nostre transazioni finanziarie si sta erodendo sempre di più a causa della crescente diffusione dei sistemi di pagamento digitale in sostituzione del denaro contante. Ogni volta che effettuiamo un acquisto utilizzando la nostra carta di credito, la società che l’ha emessa viene a conoscenza di una serie di informazioni personali su di noi. Tali informazioni possono essere raccolte e potenzialmente vendute ad altre entità commerciali o a dei governi.

Bitcoin, invece, se usato correttamente, offre un buon livello di privacy, rendendo difficile tracciare le transazioni rispetto ai sistemi di pagamento digitale tradizionali. A differenza delle transazioni con le carte di credito o altri metodi di pagamento digitale, le transazioni in Bitcoin sono pseudonime e non sono facilmente associabili a un’identità specifica. Questo rende complesso per terze parti indagare sulle transazioni e ottenere informazioni personali.

L’articolo 12 della Dichiarazione universale dei diritti umani definisce il diritto alla privacy:

“Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua
vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a
lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad
essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.”


Anche in questo caso Bitcoin difende la privacy degli utenti meglio di qualsiasi altro strumento di pagamento digitale tradizionale.


Conclusione

Per riassumere possiamo notare come Bitcoin possa, già oggi, aiutare molte persone in tutto il mondo. Magari ad alcune persone “privilegiate” del mondo occidentale, Bitcoin può sembrare uno strumento poco utile, ma in quei paesi dove l’inflazione è elevata, la repressione del governo è forte o il sistema finanziario tradizionale è in difficoltà come in Venezuela, Senegal, Afghanistan, Sud Africa, Egitto, Zimbabwe, Siria, Corea del Nord, Cina, Ucraina, Russia, Iran, Sudan, Argentina, Nigeria, Colombia, Cuba, Libano e Turchia, Bitcoin rappresenta un’ancora di salvezza fondamentale per acquisire nuovi gradi di libertà.







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