villaggio bitcoin


Questo articolo è un’intervista a Valerio Dalla Costa, founder di Villaggio Bitcoin e autore dell’omonimo libro.


1) Qual è stata la principale motivazione che ti ha spinto ad aprire Villaggio Bitcoin, un centro di educazione fisico su Bitcoin?

“In realtà le motivazioni sono molteplici, ma sono state due in particolare quelle che mi hanno spinto a fare il grande passo. La prima motivazione è che io, prima dell’apertura dell’ufficio, cercavo di parlare di Bitcoin con qualsiasi persona, amici, parenti o colleghi. Ero pronto a spiegare a chiunque questa rivoluzione in atto e per questo cercavo qualcuno interessato a parlare e a confrontarsi sul tema. Tuttavia, questo processo risulta molto difficile. Col passare del tempo, capendo che questi sforzi si rivelavano poco utili dato che la maggior parte delle persone non era disposta ad ascoltare, mi è venuta l’idea di aprire un punto fisico (prendendo spunto dalla Bitcoin Valley di Rovereto) in modo tale da confrontarsi con persone veramente interessate all’argomento e disposte ad ascoltare.

Inoltre, pensai che aprendo un punto fisico potevo raggiungere due obiettivi, i quali mi sono stati confermati in seguito:

  1. Quando parli di Bitcoin in modo informale tra amici e conoscenti, vieni spesso catalogato come una persona poco esperta e poco affidabile, che sembra si sia appena informata su Internet; al contrario, aprendo un’attività, dimostrando di aver investito denaro in un’azienda e mettendoci la faccia, le persone a quel punto iniziano a vederti sotto un’altra luce. Se vedono che una persona sta investendo, si sta informando e che crede in questo progetto, allora iniziano a pensare che forse qualcosa di serio e buono c’è. In questo modo sono riuscito a dare più credibilità ai contenuti che volevo divulgare e promuovere;
  2. inoltre mi ero accorto che una delle difficoltà per una persona o un’azienda che vuole avvicinarsi a Bitcoin è la mancanza della presenza fisica. Su Internet si trovano un sacco di contenuti su Bitcoin e le criptovalute, forse ormai troppo dispersivi, e vi è molta confusione.
    Ho pensato che creare un punto fisico dove una persona, stufa di corsi o consulenze online, possa confrontarsi fisicamente con un’altra potesse essere un qualcosa di richiesto dal mercato. Dopo mesi, questa cosa mi è stata confermata, dato che quasi tutti quelli che entrano in ufficio mi dicono che era proprio quello che stavano cercando: uno staff di studiosi di Bitcoin che aiuti le persone e le imprese ad accedere a questa rivoluzione e ad utilizzarla.

A distanza di due anni questi due motivi mi sono stati confermati.”


2) Sono passati già due anni dall’inaugurazione di Villaggio Bitcoin (ricordo a tutti il 16 e 17 settembre la festa per i due anni di attività del Villaggio): quali sono stati i traguardi più gratificanti e quali sono state le sfide più impegnative che hai affrontato in questi due anni di attività?

“Di cose positive ce ne sono state tante, anche perché stiamo parlando di qualcosa di nuovo, essendo attualmente il secondo punto fisico in Italia. Tutto ciò che sta arrivando lo vedo come qualcosa di positivo.
Se dovessi dire una delle cose di cui sono più soddisfatto è che, parallelamente all’ufficio, stavo scrivendo un libro che poi ha preso lo stesso nome dell’attività. Per me la cosa più bella in assoluto è poter vendere il mio libro su Bitcoin nel mio punto fisico su Bitcoin.
Un’altra cosa che mi dà soddisfazione è che molti bitcoiner vengono da molto lontano solo per comprare il libro o per una consulenza, oppure anche solo per il piacere di scambiare due chiacchere con me.
Infine, un lato molto gratificante di questa attività è il rapporto umano che si crea con i clienti. Quando vedono che non li prendi in giro, che non vuoi gestire i loro soldi e quando vedono che c’è la volontà di aiutare, condividere e rendere consapevoli di questa rivoluzione, tutto questo ti torna indietro. Dopo mesi o anni, i clienti ti ringraziano, ti scrivono, ti riconoscono l’impegno che ci stai mettendo e si mostrano per sempre riconoscenti. Si crea proprio un legame solido e duraturo nel tempo.

D’altro canto, uno degli aspetti negativi che in realtà mi aspettavo è che la Val Camonica, dove ho deciso di aprire questo centro di formazione, non ha risposto bene alla rivoluzione Bitcoin. Localmente c’è poco interesse. Anche amici e conoscenti sono poco interessati e non vengono in ufficio nemmeno per fare una chiaccherata. Nonostante questo, penso che probabilmente sarà solo una questione di tempo.”


3) A mio parere, a livello di contenuti, il libro Villaggio Bitcoin si piazza in mezzo tra “Il Bitcoin Standard” e “Mastering Bitcoin”. Sei d’accordo? Qual è stato il feedback della community italiana?

“Se dici così sono ancora più contento. In realtà fare una sintesi di “Mastering Bitcoin”, de “Il Bitcoin Standard” e di altri libri stranieri che ho letto era proprio l’obiettivo di questo libro.

Quando una persona mi chiedeva da quale libro partire per capire Bitcoin io consigliavo sempre “Il Bitcoin Standard” che è il libro più famoso e più diffuso. A volte però i feedback non erano del tutto positivi. Stiamo comunque parlando di un libro di 300 pagine di economia scritte da un professore di economia. Spesso accadeva che i lettori si fermavano a metà libro. Se invece consigliavo “Mastering Bitcoin”, non iniziavano nemmeno a leggerlo vista la difficoltà della parte tecnica.

A quel punto ho pensato: perché non provare a scrivere un libro? Era da un pò di tempo che avevo in mente questa idea, anche perché mi è sempre piaciuto scrivere, ma il lavoro che c’è dietro la scrittura di un libro mi spaventava. Alla fine ho deciso di iniziare. Era l’estate del 2021, il periodo in cui stavo aprendo il Villaggio. Il 14 agosto 2021 ho iniziato a scrivere. In quattro mesi l’ho finito. La parte più dura e più lunga è stata la revisione.

Il libro è nato con l’intento di offrire un quadro completo di questo fenomeno ad una persona che parte da zero o che ha solo sentito nominare il tema Bitcoin.
A mio parere Bitcoin è un argomento che va visto a 360 gradi. Credo che questo testo possa essere ideale per avere un’infarinatura generale dell’argomento, per poi approfondire settorialmente ogni singolo ambito di interesse.

Per quanto riguarda il riscontro della community, devo dire che i feedback sono veramente molto positivi. Ricevo tanti messaggi e arrivano tante recensioni. Spero e credo che questo libro possa aver contribuito a diffondere il “verbo”. Ad oggi esiste solo da un anno, vediamo come procederà.”


4) Da pochi giorni hai annunciato l’uscita del tuo secondo libro. Da dove nasce l’idea di quest’ultimo?

“L’idea di questo secondo libro è nata mesi fa dal blog del Villaggio, un progetto partito nel luglio 2022 subito dopo la pubblicazione del libro Villaggio Bitcoin. L’obiettivo del blog è quello di creare contenuti e approfondire altri aspetti di Bitcoin in piccoli articoli per portare la gente a conoscere Bitcoin e Villaggio Bitcoin. Successivamente a questo progetto si sono aggiunti altri bitcoiner e l’idea era di pubblicare un articolo a settimana. Fino ad ora il progetto è riuscito con successo.

Mentre scrivevo questi articoli, mi rendevo conto che stavo analizzando Bitcoin da diversi punti di vista.

Quindi ho pensato: perché non prendere questi articoli già fatti, arrivare a ventuno articoli, rielaborarli magari in modo più divulgativo e fare un completamento del libro precedente? Da questa idea è nato “21 pensieri dal Villaggio Bitcoin” che si pone degli obiettivi diversi rispetto al primo libro.

Con questo libro, partendo da alcuni fatti di cronaca, esprimo alcune opinioni personali e interpretazioni su Bitcoin. Si tratta di un libro più d’opinione. Non è un libro didattico. È un libro inteso a svegliare le coscienze per far capire che Bitcoin è uno strumento che serve a tutti. Con questo testo cerco di pungolare il lettore da tanti punti di vista diversi fino a che non riesco a trovare il tasto giusto per fargli comprendere perché gli serve Bitcoin.”

21 Pensieri dal Villaggio Bitcoin



5) Credi che attività come la tua, quindi punti fisici incentrati su Bitcoin, possano avere un futuro? Ricevi messaggi di persone che vogliono replicare il tuo modello?

“Assolutamente si, arrivano tanti contatti di persone che sono interessate a fare qualcosa di simile. Stiamo valutando di fare qualcosa ma naturalmente è un processo che richiede parecchio tempo. In Italia ci sono tante piccole community pronte a fare un qualcosa di simile. L’obiettivo è quello di incentivare le iniziative spontanee, che siano Villaggio Bitcoin o che siano altri tipi di iniziative. Noi siamo pronti a collaborare con chiunque; dobbiamo unire le forze contro il nostro nemico, cioè il sistema fiat.

Credo che in futuro potranno svilupparsi altri punti fisici, questo sicuramente. Anche se è un’incognita: Bitcoin ci insegna che non vuole intermediari. In questa fase storica Villaggio Bitcoin sta sfruttando ed ha individuato un grande gap tra la massa che non ha capito Bitcoin e l’industria Bitcoin (startup, imprese, sviluppatori, exchange) che sta esplodendo in questi anni. A me piacerebbe far comunicare questi due mondi che ad oggi non si parlano. Villaggio Bitcoin si è piazzato in mezzo e vuole cercare di prendere tutte le innovazioni che stanno avvenendo nell’industria Bitcoin e trasmetterle al pubblico generico, offrendo servizi di consulenza e formazione.

Sul futuro invece non sono molto positivo. Anzi, credo che dovrò chiudere a breve, perché penso che un’idea così concepita non servirà più. Se tutto va come pensiamo, Bitcoin non avrà più bisogno di qualcuno che lo spiega. Tra poco Bitcoin diventerà talmente grande e talmente semplice da utilizzare che un ufficio fisico non servirà più. Dovremo essere bravi a individuare le varie opportunità che si potrebbero creare per nuovi servizi che oggi non conosciamo ma che si presenteranno nei prossimi anni. Proprio come ci ha insegnato lo sviluppo del protocollo TCP/IP (Internet): aziende che sviluppano servizi su Internet per facilitarne l’accesso e l’esperienza utente.”


6) Quando si arriverà ad un’adozione di massa credi che saranno stati fatti dei compromessi in termini di indipendenza (chiavi private, full node, ecc… )?

“Ottima domanda! Questo è un quesito che apre dibattiti infiniti.

Fino a qualche anno fa ero molto intransigente: self-custody fino alla morte per tutti. Ora, invece, credo che questa sia solo una mia convinzione come individuo. Non posso pensare di imporre la mia volontà a tutti. Secondo me la questione non ha neanche senso da dibattere. Semplicemente sarà il libero mercato che dirà se ci sarà domanda per servizi terzi oppure no.

Non penso che affidarsi a servizi terzi sia un tradimento della filosofia Bitcoin poiché, in un libero mercato, la persona che cede i propri bitcoin a una terza parte, si sta assumendo un rischio. Se effettua una scelta sbagliata sarà un suo problema. In questo caso non c’è nessuno che ti rimborsa come nel sistema fiat, socializzando le conseguenze dei tuoi errori. Imparerai la lezione e diventerai più responsabile.

Tuttavia, credo che in futuro nasceranno dei servizi custodial affidabili: essi saranno maggiormente incentivati a non tradire i propri clienti e ad accontentarli. Tradire la fiducia dei propri clienti significherebbe perdere la credibilità e quindi un business profittevole.”


7) Bitcoin: ossificazione o altri soft fork?

“Altra bella domanda. Come probabilità di fare un altro soft fork sul layer base di Bitcoin credo che siamo come probabilità intorno al 50%, anche se non sono una delle persone più vicine a questi sviluppi. Credo che un ultimo soft fork come SIGHASH_ANYPREVOUT, che permetterebbe di attivare Eltoo, sia auspicabile. Eltoo è un aggiornamento che permetterebbe di risolvere alcuni problemi di Lightning Network, come ad esempio il backup dei canali, oppure potrebbe consentire aperture di canali a 2, 3, 4 o 100 persone.

Credo che siamo un po’ indietro sulla road map di SIGHASH_ANYPREVOUT, ma da un lato penso che questo aggiornamento sia necessario per scalare Bitcoin. Dall’altra parte dobbiamo ricordarci che, quando una cosa funziona, occorre fare molta attenzione a toccarla per non rischiare di romperla.

Anche in questo caso penso che il libero mercato deciderà, andando ad individuare le proposte migliori.”


8) Perché Bitcoin è inevitabile?

“Bitcoin è tecnologicamente avanti anni luce rispetto alle tecnologie che stiamo utilizzando oggi. Stiamo parlando di un’infrastruttura di pagamento che implementa una moneta scarsa in modo assoluto. Un’infrastruttura di pagamento istantanea, economica, snella, funzionale, senza confine, permissionless, incensurabile, inconfiscabile e con una privacy nettamente migliore del sistema finanziario attuale. Perché non dovrebbe affermarsi una tecnologia simile?

Quando le persone si accorgeranno che Bitcoin conviene a tutti, anche a chi lo denigra, inevitabilmente aderiranno a questo protocollo.

In questo caso l’interesse per le persone è diretto dato che stiamo parlando di gestire i propri risparmi. Quando una persona vede che esiste un asset di gran lunga migliore rispetto a tutte le valute concorrenti, è chiaro che preferirà adottare questo strumento. Stiamo parlando di un bene digitale con delle caratteristiche uniche che va a migliorare quelle dell’oro, che è la riserva di valore da migliaia di anni. In un mercato libero ognuno guarda alla propria convenienza.

Bitcoin dal punto di vista di teoria dei giochi è uno Schelling Point. Tutti convergeranno su questo sistema. Un sistema win-win dove tutti gli attori che partecipano lo fanno volontariamente perché hanno un interesse diretto e un incentivo ad aderire a questa rivoluzione.

Quello che è riuscito a fare Bitcoin è, nei fatti, creare un concorrente al dollaro statunitense, spezzando il rigido monopolio esistente nella gestione monetaria


9) Qual è la domanda che nessuno ti ha mai fatto e alla quale vorresti rispondere?

“Sinceramente non saprei, mi hanno fatto qualsiasi tipo di domanda.

Posso dire una cosa un po’ triste, diciamo malinconica, che sto scoprendo in questi anni. Oggi, in questa fase storica, Bitcoin ha un difetto per coloro che ne parlano e fanno divulgazione: Bitcoin ti isola. Bitcoin ti fa uscire dalla cerchia di amicizie e conoscenze. Una volta scoperto Bitcoin, vorresti parlare sempre e solo di quello ma nella maggior parte dei casi alle altre persone non interessa. Anzi può capitare che finisci per passare per l’esaltato del gruppo.”


10) Poiché ho deciso di chiamare il blog “Bitcoin for Freedom”, non posso non concludere l’intervista chiedendoti che cos’è per te la libertà?

“La libertà è il principio più alto che tutti dovrebbero inseguire dal giorno zero; non esiste un mondo giusto senza libertà e senza privacy.

Purtroppo oggi siamo in un mondo alla rovescia perché si sono ribaltate le premesse: non è più importante la libertà, che è ritenuta addirittura sacrificabile a fronte di altri valori “democratici”.

Oggi nel mainstream l’idea che passa è la seguente: “la libertà va bene, ma entro certi limiti. Da qui noi dobbiamo operare per il bene comune.”

In realtà andrebbe ribaltata la premessa: la libertà è insindacabile ed è la premessa fondamentale di qualsiasi cosa. Forse è un qualcosa che non si può neanche definire.”


Ringrazio Valerio per il tempo che mi ha dedicato per questa intervista.




Se questo contenuto ti è piaciuto, considera la possibilità di fare una donazione scansionando il QR code qui sotto con un wallet Lightning Network.

LNURL





Lascia un commento